Orsi del Trentino e zone limitrofe |
(un anno fa) Lo Scarpone Giugno 2010
Sul documento della Provincia autonoma di Trento, giunto alla terza edizione, si esprime Luca Pelliccioli, medico veterinario esperto in problematiche di conservazione della fauna selvatica alpina.
Il rapporto Orso, recentemente diffuso dal Servizio Foreste e Fauna della Provincia autonoma di Trento, rappresenta un importante documento tecnico-scientifico di riferimento in merito allo stato di conservazione dell’orso bruno (Ursus arctos) sulle Alpi.
Aggiornato annualmente, il documento si propone di fornire una corretta informazione sullo status della popolazione di orsi che vive in Trentino, oltre ad indicazioni in merito al suo attuale stato di conservazione, e sull’attività di ricerca e monitoraggio regolarmente svolti sul territorio dalle autorità competenti. Quest’ultima edizione risulta inoltre ampliata e arricchita con riferimenti a lupo e lince, due specie importanti di predatori naturali la cui presenza è spesso segnalata nei contesti alpini.
Il ritorno sulle Alpi dei grandi predatori naturali (orso bruno, lupo e lince) è un tema particolarmente attuale oltre che affascinante.
Relativamente all’orso bruno, va considerato che sulle Alpi agli inizi degli anni ’90 la situazione demografica era piuttosto critica. L’orso era infatti sull’orlo dell’estinzione, il che ha indotto le amministrazioni trentine (dove l’orso storicamente non è mai del tutto scomparso) a pianificare e poi avviare concretamente un’operazione di reintroduzione dell’orso bruno al fine di evitare la perdita di un importante specie faunistica che nel corso dei secoli ha caratterizzato la biodiversità delle Alpi.
Nasce così nel 1999, attraverso un finanziamento dell’Unione Europea, il progetto “Life Ursus” realizzato in sinergia dal Parco Naturale Adamello Brenta, Provincia autonoma di Trento e Istituto nazionale della fauna selvatica (oggi ISPRA), finalizzato alla ricostituzione di un nucleo vitale di orsi nelle Alpi Centrali. Il progetto prevedeva il rilascio di 10 individui subadulti (7 femmine e 3 maschi) provenienti dalla Slovenia meridionale, che dopo essere stati catturati mediante telesedazione farmacologica sono stati liberati nel periodo 1999-2002. Attualmente, a distanza di 10 anni dall’avvio del progetto, la popolazione di orsi nell’area trentina è consolidata e. come indicato nell’ultimo rapporto, si stima la presenza di 25/30 esemplari nell’area centro-orientale delle Alpi. Questi esemplari, soprattutto quelli più giovani, tendono a spostarsi nel tentativo di colonizzare nuove aree adiacenti. A tale proposito va segnalato, a titolo esemplificativo, come nel maggio 2008 uno di questi esemplari, in seguito classificato come JJ5 (ovvero quinto figlio della coppia di orsi Jurka e Joze), ha raggiunto le Alpi Orobie bergamasche dalle quali mancava da oltre un secolo.
E’ indubbio che il ritorno dei grandi predatori sulle Alpi, se correttamente gestito dagli enti competenti, rappresenta un elemento di grande fascino sia sotto il profilo naturalistico sia perché questi animali caratterizzano in modo importante l’area alpina
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